Re: Re: Re:
MrNicolasz, 11/08/2012 20.56:
Ti devo dar ragione su tutto ( o quasi ), è comunque vero che devo iniziare a leggere la musica ( inizierò appena incomincerò le lezioni alla tastiera ). Devo invece contraddirti sul fatto che trasmettere emozione è solamente relazionato alla scrittura. Ti faccio solo questo esempio: Se io ascolto un'improvvisazione jazz al piano sono capace di emozionarmi, ma ciò non vuol dire che quella composizione è provincialotta ( sì lo so che tu probabilmente non ti satavi riferendo al jazz ma a qualcosa di più mainstream ) ma resta di fatto che essa non risponde alle regole di scrittura. Diciamo che sono dell'idea che un'orecchio allenato faccia di più che carta e penna. Ovviamente ciò non vuol dire che rimarrò nella mia ignoranza...
Quella di Xenaxis e Bach non la sapevo
Beh, ovviamente il Jazz va a gusti.
Io non lo apprezzo tanto, per il semplice fatto che alle volte è troppo dispersivo e nell'espressività musicale ostentata non ci riesco ad intravedere un'individualità nel musicista che opera.
Detto questo, il jazz fatto da persone comunque che hanno un bagaglio mentre "black" si sente eccome, prendi ad esempio un Keith Jarrett o un Jan Garbareck. Jarrett ha inciso le variazioni Goldberg ed i preludi di Shostakovich, inoltre credo che si diletti bene anche all'organo. Le ultime cose di Garbareck sono delle ricerche nei canti gregoriani e prima del sistema tonale. Due dei tanti che il Jazz lo hanno costruito con una personalità e con una profondità che altri negri di merda non riescono. Le costruzioni di Jarrett improvvisate sono molto legate ad atmosfere che di jazz hanno solo lo stile, secondo me. Non per questo disdegno un Monk che ci mette il cuore, o un grande musicista eclettico come Miles Davis che ha aperto il jazz alle contaminazioni dirette o indirette. Ma il grande neo del genere è proprio la mancanza di individualità, sebbene sia ricercata dagli artisti.
Poi vabè, ci sono quelli che hanno superato tutto, come i vari Andrew Hill, Erich Dolphy e Kenny Garrett che hanno portato l'esperienza Jazz scolastica verso un modo di scrivere di musica che si avvicina assai di più alle geometrie contemporanee.
Poi oh, io sono uno di quelli che considera più Jazz un Cole Potter o una Nina Simone.
Sì, Xenakis viene considerato l'antitesi di Bach proprio il suo modo di distruggere l'architettura sonora. Possiamo però affermare che Xenakis e Bach, oltre ad essere musicisti, erano anche dei grandi tecnici(inteso non virtuosismo). Uno comunque era un architetto (Iannis), l'altro un tecnico vero e proprio degli strumenti tantè che era solito costruirseli da solo. Gente che oltre la mentalità musicale, aveva nozioni meccaniche, matematiche e scientifiche. Mentre Bach creava un'architettura anti barocca (sebbene quello fosse il suo tempo), in cui la funzione di decomposizione musicale era usata per una ricerca effettiva di una struttura armonica e modale perfetta con una sfaccettatura "viva" della musica, Xenakis iniziava con l'empietà ed un modo di comporre nichilistico (in termini filosofici). Xenakis costruiva per distruggere il vuoto musicale, in altre parole.